Capitolo 1
E’
difficile ricominciare quando il tuo mondo è a pezzi e la realtà non sembra più
così reale. Fino a un mese prima mi sentivo forte e dinamica, piena di
ispirazione e sogni. Sapevo chi ero, sapevo cosa volevo ed ero qualcuno. Ora
non so più nulla.
Non
so chi sono ne dove sto andando. Tutto intorno a me sembra correre veloce
mentre io resto indietro. Fa male ricominciare. Provoca un dolore soffocante e
incessante che dilania dall’interno senza lasciare scampo …
<<Melanie?>> la voce di mia
madre interrompe il filo dei miei pensieri. Poggio la penna e mi volto. E’ sulla
soglia della mia stanza già vestita per il lavoro <<E’ ora>> anche
se accenna un sorriso incoraggiante riconosco la tristezza che gli oscura il
volto come una terribile ombra che non vuole lasciarla. Non posso credere che
sia già passato un mese dal mio sedicesimo compleanno e che è giunta l’ora di
andare avanti.
<<Si, mam. Arrivo subito>>.
Mia madre si chiama Lavinia e ha
quarantasette anni. E’ molto bella per la sua età e io non le assomiglio
nemmeno un po’. Si muove sempre con grazie dimostrando una straordinaria
femminilità. Indossa sempre qualche nastro colorato fra i capelli boccolosi e
brillanti occhi azzurri che sprizzano d’intelligenza. <<So che è stato un
mese davvero duro per la nostra famiglia … ma vorrei che tu sapessi che l’ho
supereremmo. Non possiamo mettere in pausa le nostre vite, non è quello che
vostro padre vorrebbe. Perciò … se hai bisogno di qualcosa, se vuoi parlare o
di …>> s’interrompe tormentandosi le mani. Mi alzo <<Sto bene, dico
davvero. So di aver reagito male in questo periodo, ma ora sto meglio. E andrà
tutto bene, promesso>> la rassicuro stampandomi in faccia il sorriso più
rassicurante che possiedo.
E’ stato un mese difficile per tutta la mia
famiglia e l’ultima cosa che voglio è far preoccupare ulteriormente mia madre.
Risponde al mio sorriso con uno suo, che
esprime tutto il suo sollievo <<Bene!>> dice con voce più allegra
<<Allora, sbrigati che Michael ti sta aspettando in cucina. Finirà per
farti andare a piedi se li fai fare tardi a lavoro>>.
Annuisco prendendo il giubbotto e la
tracolla piena di libri e quaderni . <<Ci vediamo a cena, mam>>
dico abbracciandola. Le sue braccia mi trattengono allungo riluttanti a
lasciarmi andare. Corsi giù dalle scale cercando di raggiungere Michael che
superava la porta principale spazientito.
<<Melanie, aspetta>> la nonna
mi ferma proprio sulla soglia venendo dalla cucina con il suo passo stentato
<<Ho una cosa per te, dolce Nie>> dice facendomi segno di seguirla.
<<Sono in ritardo>> dico provando a svignarmela. La nonna scuote la
testa e mi fa, ancora una volta, segno di seguirla <<Michael aspetterà
ancora qualche minuto>>.
Rassegnata la seguo in soggiorno.
La nostra casa è molto vecchia, la nonna ci
è nata fra questa mura come del resto ci è nata la mamma, io e i miei fratelli.
Non c’è un solo segreto di questa abitazione che la nonna non conosca,
soprattutto i cassetti segreti che usa per nascondere i suoi “tesori” come ama
chiamarli lei. Da uno di questi all’angolo del camino estrae una scatolina.
<<Questo è un potente amuleto. Al suo
interno c’è una pietra con la capacità di scacciare la negatività. Ti
proteggerà>> spiega mostrandomi un bracciale di cuoio intrecciato.
Sembrava essere davvero vecchio, forse quanto la nonna, ma proprio questo lo
rendeva incantevole. L’ho leggo al mio polso destro con le dita candide
<<Non toglierlo mai.>> sorride guardandomi in volto senza
soffermarsi sui miei occhi <<Scoprirai quanta forza possiede>>.
Soprafatta da un moto d’affetto e
commozione per tanta preoccupazione desiderai potermi fermare ad abbracciarla.
Michael entra in quel momento spazientito <<E’ la tua ultima
possibilità>> dice serio. Mi affrettai a correre in macchina e prima di
salire lancio un occhiata incerta al bracciale. E’ tipico della nonna credere
alle vecchie superstizioni, molti le giudicavano come assurdità di una vecchia
egocentrica ormai partita di testa. Io no. Per quanto avessi provato ad
adattarmi alla realtà che le magie non erano reali, non potevo frenare
l’irresistibile fascino che esercitavano su di me, soprattutto sugli oggetti
antichi. Nascosi il bracciale sotto la manica del giubbotto non del tutto certa
che potessi essere protetta da ciò che mi aspettava.
E’ la prima volta che vado a scuola da
quando è successo il fatto. Ancora
adesso non so come devo definirla: incidente, catastrofe, attentato, tragedia,
disgrazia … sembrano tutti termini inadeguati.
Nonostante sia passato un mese non ho
ancora superato il fatto, anche se il
resto del mondo si aspetta che io l’abbia fatto. Un mese doveva bastare per
ricomporre la propria esistenza e procedere con la propria vita.
E’ l’unica cosa che il mondo si aspetta
venga fatto in questi casi. Infondo, non ci si può aspettare nient’altro da un
mondo di consumismo e menefreghismo.
Per questo sono tornata. Devo mantenere un
contegno se non voglio perdere il mio posto nel mondo, anche se questo
significa tornare in una scuola povera e con degli insegnanti che sono dei
relitti della vita. L’unica cosa buona di questa scuola è la palestra che in
origine era un magazzino, riabilitata a edificio sportivo quando la fabbrica
connessa bruciò nel ’57 e si decise di sostituirla con una scuola superiore.
Mio fratello Michael ha studiato in questa
scuola prima di me. Era uno dei ragazzi di spicco con una consistente borsa di
studio per lo sport. Quarterback della squadra di football della scuola,
ragazzo della reginetta della scuola e idolo dei tifosi. Era stato rinominato Brooks il leone per la grinta con il
quale si faceva strada fino alla meta e
per i suoi capelli castano dorato ereditati da nostro padre.
Io che sono sua sorella ho raggiunto la
fama solo dopo il suo diploma. Ora se cammino per i corridoi nessuno mi vede
più come la sorellina di Michael, ma come la regina della scuola o almeno così
era prima del mio sedicesimo compleanno.
Camminando per i corridoi mi rendo conto
che intorno a me tutto sembra regolare, nessun gesto inconsueto e nessuna
stranezza . Il tempo sembra quasi essersi fermato anche se dentro di me è
scorso veloce.
Fino all’anno prima ero Melanie Brooks la
reginetta della scuola. La più ricercata, ammirata della scuola, il suo cuore
pulsante. Ero la migliore amica di Darla e al suo fianco dominavo incontrastata
su tutto.
Ora però non mi sento più quella persona.
Al solo pensare com’ero provo disgusto per me stessa e per ciò che ho fatto per
tanti anni. Mi sento talmente cambiata da non sapere più chi sono.
<<Ciao Melanie. Bentornata>> mi
saluta freddamente Sherley. Sfoderando un sorriso quanto meno cortese, ricambio
il saluto. <<Ti trovo bene per essere una che ha perso un intero mese di
scuola>>.
<<Ho avuto dei problemi famigliari,
Sherley. Ma ora sto bene e sono tornata. Cosa mi sono persa?>>
<<Solo che non comandi più>>
risponde con una nota di soddisfazione nella voce acuta. Stordita mi guardo
attorno. Mi stanno guardando come hanno sempre fatto, nessuno di loro sembra
essere in imbarazzo per qualcosa.
<<Non capisco. Cosa intendi?>>
Sherley si avvicina con un lampo di
vittoria negli occhi <<Sto dicendo che mentre tu non c’eri, la gerarchia
è stata riscritta e tu sei rimasta fuori. Hai fatto una cosa davvero sciocca
quando hai sedotto il ragazzo che piaceva a Darla e ora lei comanda e tu sei
fuori.>>
Sussulto ferita. Ora capisco. Certo. Darla è
orgogliosa e autoritaria, ama comandare e ancora di più ferire. Non era così
una volta, ma avevo notato questo suo cambiamento già prima che tutto
succedesse. Non mi sorpresi più di tanto perciò di aver perso il mio ruolo di
regina, una parte di me ne fu sollevata. Sapevo che in questo momento non ne
ero all’altezza. Tuttavia, sapere di aver perso la mia migliore amica per una
scommessa fatta a una festa mi fece male.
<<Hai capito? Sei rimasta sola. Non
fai più parte del gruppo e sei relegata ai gradini più basi della
gerarchia>> insistette malignamente.
Irrigidì lievemente il corpo e accennai un
segno di approvazione <<Bene. Darla mi ha preceduto sul tempo, volevo
proprio dirvi che rinunciavo alla corona. Sono indietro con la scuola e non ho
il tempo necessario a fare la reginetta. Darla sarà fantastica e se l’incontri
dille che mi congratulo e che era stato per scommessa che ho baciato
Jimmy>>.
Riesco ad ottenere un tono convincente e
sicuro, anche se sento le lacrime che mi pungono gli occhi. Sono contenta che
nessuno riesca a guardarmi negli occhi, di avere questo sguardo dannatamente
intenso che nessuno sopporta di incrociare. E’ più facile mentire quando gli
occhi non ti tradiscono.
Sherley sgrana gli occhi e ammutolisce,
dandomi così la possibilità di allontanarmi da lei senza dover aggiungere
altro.
Sono così demoralizzata che vorrei poter
tornare a casa e dimenticare tutto, ma ovviamente non posso sfuggire e così
passo la mattinata sotto il mirino della Corte scolastica con le battutine e i
dispetti. L’unica persona che mi rimane alla fine è Alisa. Veniamo dallo stesso
paesino fuori città e la conosco dal primo anno di liceo. Si è trasferita da un
altro paese e abbiamo sviluppato una sorta di simbiosi. Lei e Darwin sono i
miei più cari amici e non gli è mai importato di che ruolo gerarchico
possedessi o che patrimonio avessi alle spalle. Provai una pura ventata di
sollievo quando all’intervallo incontrai Alisa nel cortile della scuola, tanto
da scoppiare in lacrime.
<<Vedrai che tutto andrà bene. Se ti
demoralizzi poi è peggio. Devi essere forte, Mel. Manda a farsi fottere il
resto del mondo!>> mi consolò con decisione. <<Si, hai ragione.
Devo solo abituarmi a tutto questo. Infondo sapevo già di non esserne più in
grado>> devo ammettere a malincuore.
Sfioro con le dita il bracciale della nonna
per la prima volta dalla mattina. Una scossa mi attraversa la pelle
accompagnata da un lieve pulsare. Osservandolo meglio, mi rendo conto che il
cuoio è lievemente crepato di lato. Rivela il color pesca di una pietra
custodita gelosamente al suo interno. La tocco ancora sorpresa. La nonna aveva
detto che avrebbe tenuto lontano la negatività, evidentemente si era sbagliata
o la gemma non funzionava. La scossa si ripete nuovamente come se al suo
interno ci fosse davvero dell’energia repressa e mentre lo pensavo mi sentì più
fiduciosa.
Molto bello! Quando ce la fai pubblica il 2° capitolo :)
RispondiEliminaSpero presto! Con la scuola sono un pò impegnata ma a fine settimana sicuramente si!
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