martedì 20 settembre 2011

STORY :) - MELANIE - CAPITOLO 1

Allora questo capitolo lo scritto io, COMMENTATE!!


Capitolo 1

E’ difficile ricominciare quando il tuo mondo è a pezzi e la realtà non sembra più così reale. Fino a un mese prima mi sentivo forte e dinamica, piena di ispirazione e sogni. Sapevo chi ero, sapevo cosa volevo ed ero qualcuno. Ora non so più nulla.
Non so chi sono ne dove sto andando. Tutto intorno a me sembra correre veloce mentre io resto indietro. Fa male ricominciare. Provoca un dolore soffocante e incessante che dilania dall’interno senza lasciare scampo …

<<Melanie?>> la voce di mia madre interrompe il filo dei miei pensieri. Poggio la penna e mi volto. E’ sulla soglia della mia stanza già vestita per il lavoro <<E’ ora>> anche se accenna un sorriso incoraggiante riconosco la tristezza che gli oscura il volto come una terribile ombra che non vuole lasciarla. Non posso credere che sia già passato un mese dal mio sedicesimo compleanno e che è giunta l’ora di andare avanti.
<<Si, mam. Arrivo subito>>.
Mia madre si chiama Lavinia e ha quarantasette anni. E’ molto bella per la sua età e io non le assomiglio nemmeno un po’. Si muove sempre con grazie dimostrando una straordinaria femminilità. Indossa sempre qualche nastro colorato fra i capelli boccolosi e brillanti occhi azzurri che sprizzano d’intelligenza. <<So che è stato un mese davvero duro per la nostra famiglia … ma vorrei che tu sapessi che l’ho supereremmo. Non possiamo mettere in pausa le nostre vite, non è quello che vostro padre vorrebbe. Perciò … se hai bisogno di qualcosa, se vuoi parlare o di …>> s’interrompe tormentandosi le mani. Mi alzo <<Sto bene, dico davvero. So di aver reagito male in questo periodo, ma ora sto meglio. E andrà tutto bene, promesso>> la rassicuro stampandomi in faccia il sorriso più rassicurante che possiedo.
E’ stato un mese difficile per tutta la mia famiglia e l’ultima cosa che voglio è far preoccupare ulteriormente mia madre.
Risponde al mio sorriso con uno suo, che esprime tutto il suo sollievo <<Bene!>> dice con voce più allegra <<Allora, sbrigati che Michael ti sta aspettando in cucina. Finirà per farti andare a piedi se li fai fare tardi a lavoro>>.
Annuisco prendendo il giubbotto e la tracolla piena di libri e quaderni . <<Ci vediamo a cena, mam>> dico abbracciandola. Le sue braccia mi trattengono allungo riluttanti a lasciarmi andare. Corsi giù dalle scale cercando di raggiungere Michael che superava la porta principale spazientito.
<<Melanie, aspetta>> la nonna mi ferma proprio sulla soglia venendo dalla cucina con il suo passo stentato <<Ho una cosa per te, dolce Nie>> dice facendomi segno di seguirla. <<Sono in ritardo>> dico provando a svignarmela. La nonna scuote la testa e mi fa, ancora una volta, segno di seguirla <<Michael aspetterà ancora qualche minuto>>.  Rassegnata la seguo in soggiorno.
La nostra casa è molto vecchia, la nonna ci è nata fra questa mura come del resto ci è nata la mamma, io e i miei fratelli. Non c’è un solo segreto di questa abitazione che la nonna non conosca, soprattutto i cassetti segreti che usa per nascondere i suoi “tesori” come ama chiamarli lei. Da uno di questi all’angolo del camino estrae una scatolina.
<<Questo è un potente amuleto. Al suo interno c’è una pietra con la capacità di scacciare la negatività. Ti proteggerà>> spiega mostrandomi un bracciale di cuoio intrecciato. Sembrava essere davvero vecchio, forse quanto la nonna, ma proprio questo lo rendeva incantevole. L’ho leggo al mio polso destro con le dita candide <<Non toglierlo mai.>> sorride guardandomi in volto senza soffermarsi sui miei occhi <<Scoprirai quanta forza possiede>>.
Soprafatta da un moto d’affetto e commozione per tanta preoccupazione desiderai potermi fermare ad abbracciarla. Michael entra in quel momento spazientito <<E’ la tua ultima possibilità>> dice serio. Mi affrettai a correre in macchina e prima di salire lancio un occhiata incerta al bracciale. E’ tipico della nonna credere alle vecchie superstizioni, molti le giudicavano come assurdità di una vecchia egocentrica ormai partita di testa. Io no. Per quanto avessi provato ad adattarmi alla realtà che le magie non erano reali, non potevo frenare l’irresistibile fascino che esercitavano su di me, soprattutto sugli oggetti antichi. Nascosi il bracciale sotto la manica del giubbotto non del tutto certa che potessi essere protetta da ciò che mi aspettava.

E’ la prima volta che vado a scuola da quando è successo il fatto. Ancora adesso non so come devo definirla: incidente, catastrofe, attentato, tragedia, disgrazia … sembrano tutti termini inadeguati.
Nonostante sia passato un mese non ho ancora superato il fatto, anche se il resto del mondo si aspetta che io l’abbia fatto. Un mese doveva bastare per ricomporre la propria esistenza e procedere con la propria vita.
E’ l’unica cosa che il mondo si aspetta venga fatto in questi casi. Infondo, non ci si può aspettare nient’altro da un mondo di consumismo e menefreghismo.
Per questo sono tornata. Devo mantenere un contegno se non voglio perdere il mio posto nel mondo, anche se questo significa tornare in una scuola povera e con degli insegnanti che sono dei relitti della vita. L’unica cosa buona di questa scuola è la palestra che in origine era un magazzino, riabilitata a edificio sportivo quando la fabbrica connessa bruciò nel ’57 e si decise di sostituirla con una scuola superiore.
Mio fratello Michael ha studiato in questa scuola prima di me. Era uno dei ragazzi di spicco con una consistente borsa di studio per lo sport. Quarterback della squadra di football della scuola, ragazzo della reginetta della scuola e idolo dei tifosi. Era stato rinominato Brooks il leone per la grinta con il quale si faceva strada fino alla meta  e per i suoi capelli castano dorato ereditati da nostro padre.
Io che sono sua sorella ho raggiunto la fama solo dopo il suo diploma. Ora se cammino per i corridoi nessuno mi vede più come la sorellina di Michael, ma come la regina della scuola o almeno così era prima del mio sedicesimo compleanno.
Camminando per i corridoi mi rendo conto che intorno a me tutto sembra regolare, nessun gesto inconsueto e nessuna stranezza . Il tempo sembra quasi essersi fermato anche se dentro di me è scorso veloce.
Fino all’anno prima ero Melanie Brooks la reginetta della scuola. La più ricercata, ammirata della scuola, il suo cuore pulsante. Ero la migliore amica di Darla e al suo fianco dominavo incontrastata su tutto.
Ora però non mi sento più quella persona. Al solo pensare com’ero provo disgusto per me stessa e per ciò che ho fatto per tanti anni. Mi sento talmente cambiata da non sapere più chi sono.
<<Ciao Melanie. Bentornata>> mi saluta freddamente Sherley. Sfoderando un sorriso quanto meno cortese, ricambio il saluto. <<Ti trovo bene per essere una che ha perso un intero mese di scuola>>.
<<Ho avuto dei problemi famigliari, Sherley. Ma ora sto bene e sono tornata. Cosa mi sono persa?>>
<<Solo che non comandi più>> risponde con una nota di soddisfazione nella voce acuta. Stordita mi guardo attorno. Mi stanno guardando come hanno sempre fatto, nessuno di loro sembra essere in imbarazzo per qualcosa.
<<Non capisco. Cosa intendi?>>
Sherley si avvicina con un lampo di vittoria negli occhi <<Sto dicendo che mentre tu non c’eri, la gerarchia è stata riscritta e tu sei rimasta fuori. Hai fatto una cosa davvero sciocca quando hai sedotto il ragazzo che piaceva a Darla e ora lei comanda e tu sei fuori.>>
Sussulto ferita. Ora capisco. Certo. Darla è orgogliosa e autoritaria, ama comandare e ancora di più ferire. Non era così una volta, ma avevo notato questo suo cambiamento già prima che tutto succedesse. Non mi sorpresi più di tanto perciò di aver perso il mio ruolo di regina, una parte di me ne fu sollevata. Sapevo che in questo momento non ne ero all’altezza. Tuttavia, sapere di aver perso la mia migliore amica per una scommessa fatta a una festa mi fece male.
<<Hai capito? Sei rimasta sola. Non fai più parte del gruppo e sei relegata ai gradini più basi della gerarchia>> insistette malignamente.
Irrigidì lievemente il corpo e accennai un segno di approvazione <<Bene. Darla mi ha preceduto sul tempo, volevo proprio dirvi che rinunciavo alla corona. Sono indietro con la scuola e non ho il tempo necessario a fare la reginetta. Darla sarà fantastica e se l’incontri dille che mi congratulo e che era stato per scommessa che ho baciato Jimmy>>.
 Riesco ad ottenere un tono convincente e sicuro, anche se sento le lacrime che mi pungono gli occhi. Sono contenta che nessuno riesca a guardarmi negli occhi, di avere questo sguardo dannatamente intenso che nessuno sopporta di incrociare. E’ più facile mentire quando gli occhi non ti tradiscono.
Sherley sgrana gli occhi e ammutolisce, dandomi così la possibilità di allontanarmi da lei senza dover aggiungere altro.
Sono così demoralizzata che vorrei poter tornare a casa e dimenticare tutto, ma ovviamente non posso sfuggire e così passo la mattinata sotto il mirino della Corte scolastica con le battutine e i dispetti. L’unica persona che mi rimane alla fine è Alisa. Veniamo dallo stesso paesino fuori città e la conosco dal primo anno di liceo. Si è trasferita da un altro paese e abbiamo sviluppato una sorta di simbiosi. Lei e Darwin sono i miei più cari amici e non gli è mai importato di che ruolo gerarchico possedessi o che patrimonio avessi alle spalle. Provai una pura ventata di sollievo quando all’intervallo incontrai Alisa nel cortile della scuola, tanto da scoppiare in lacrime.
<<Vedrai che tutto andrà bene. Se ti demoralizzi poi è peggio. Devi essere forte, Mel. Manda a farsi fottere il resto del mondo!>> mi consolò con decisione. <<Si, hai ragione. Devo solo abituarmi a tutto questo. Infondo sapevo già di non esserne più in grado>> devo ammettere a malincuore.
Sfioro con le dita il bracciale della nonna per la prima volta dalla mattina. Una scossa mi attraversa la pelle accompagnata da un lieve pulsare. Osservandolo meglio, mi rendo conto che il cuoio è lievemente crepato di lato. Rivela il color pesca di una pietra custodita gelosamente al suo interno. La tocco ancora sorpresa. La nonna aveva detto che avrebbe tenuto lontano la negatività, evidentemente si era sbagliata o la gemma non funzionava. La scossa si ripete nuovamente come se al suo interno ci fosse davvero dell’energia repressa e mentre lo pensavo mi sentì più fiduciosa.

2 commenti:

  1. Molto bello! Quando ce la fai pubblica il 2° capitolo :)

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  2. Spero presto! Con la scuola sono un pò impegnata ma a fine settimana sicuramente si!

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